Il Carnevale Tradizionale Abruzzese (in dialetto lu Carnevale de le zagarelle), una grande festa di propiziazione e di attesa del ritorno della primavera, la ripartenza del ciclo calendariale agrario, celebrata dal processo a Re Carnevale che muore (l’anno vecchio che se ne va).
Lu “Pulgenèlle” , maschera abruzzese di origini precristiane, che si ritrova in numerose località del nostro paese ed in altri posti diversi dell’area mediterranea, protagonista principale del Carnevale, simboleggia con l’abito e gli ornamenti, il mondo naturale nelle differenze vegetali ed animali che si apprestano alla rinascita con:-
Il cappello a cono, altissimo, fatto di canna con coccarde e zagarelle, simboli di fiori e virgulti, per unire la terra al cielo nella propiziazione del ritorno della primavera.
Gli scarponi, la frusta e le bandoliere che hanno il potere e l’autorità di rimettere le cose a posto nel nuovo ciclo stagionale, dopo il disordine dell’inverno.
La mazza fiorita, rivestita di nastri colorati, fa rifiorire magicamente tutto ciò che tocca.
I campanacci, con il suono caratteristico, servono a scacciare il male.
Il “Ballo del palo intrecciato”, simbolo fallico ornato di nastri (la vegetazione che rinasce) e il “Canto dei mesi” intervallano la festa.
Re Carnevale processato e condannato a morte, incarna la metafora del potere politico corrotto da eliminare per far posto al nuovo equilibrio da ristabilire.
La Vedova di Re carnevale rappresenta invece, dopo il canto di lamento funebre “Scura maje”, la continuità del ciclo naturale.
La festa si conclude con il rogo del fantoccio di Re Carnevale e la dispersione delle ceneri sui campi per fecondarli.